18 febbraio 2006

Un piccolo saluto

Tutti a casa abbiamo aspettato il tuo arrivo, parlando di te quasi come se già fossi in mezzo a noi.
Poi la notizia.
Abbiamo riposto nei cassetti sorrisi e preoccupazioni, e ripreso quanto prima il lavoro e le altre cose.
Mi piace pensare che ci rivedremo comunque un giorno, per giocare insieme a rincorrere le nuvole.

Festeggiando con una sconosciuta

E così la festa di sabato è andata male!
Come saprete Laura si è laureata, come suggerisce anche il nome (o laurata?).
Aly aveva perciò organizzato in gran segreto una festa, ma purtroppo la Laura stessa è venuta a saperlo, ha depistato tutti dicendo di andare a teatro, e si è presentata invece alla cena: così alla fine è toccato pure fargli il regalo!
Così sono andate le cose.
…o no?
Riproviamo.

Una certa amica (Laura) di una certa amica nostra (Alice), si è laureata anzi ri-laureata, col massimo dei voti.
La certa amica nostra ha pensato bene insieme a certi amici loro, di organizzarle una festa a sorpresa, coinvolgendo certi altri amici suoi (cioè noi, cioè la comitiva dello scrivente).
E bisogna dire che la sorpresa c’è stata, ma non solo per la festeggiata, ma anche per la stessa Aly, a causa del ritardo collettivo di tutti i partecipanti, salvo pochi campioni di cortesia, e di uno che aveva forato una ruota proprio davanti al locale, mentre andava da tutt’altra parte.
Il sottoscritto, arrivato insieme alla Monica soltanto trenta minuti oltre l’ora stabilita, anche se non per loro diretta causa, ha potuto così esibirsi in manifestazioni di biasimo nei confronti di quelli che viaggiavano coi trequarti d’ora di ritardo, e cercando addirittura di boicottare la serata ai recordmen Stefano e Massimo (oltre un’ora di ritardo: Stefano con stà storia del fare sempre quello che uno si sente alle volte francamente esagera).
Alice, preso atto dei ritardi di molti e addirittura dell’assenza di altri, compiendo un esorcismo sul proprio cellulare ed altri riti voo-doo, ha solennemente giurato con formula celtica (e contrariamente a quanto ha poi affermato nel suo blog) di non voler mai più organizzare feste.
I padroni del locale, che avevano apparecchiato per 50 persone, sentitamente ringraziano.
E così la cena è iniziata, e per fortuna che la convitata Cecilia, era amica del cameriere, così il dubbio che il menù 1 nascondesse qualche fregatura non è stato confermato...ma nemmeno smentito.
Ci siamo divertiti, il nostro gruppetto era quasi al completo, con Baby e Raffy aggiuntesi nel dopocena, e perfino raggiunti da un SMS di Francesco...da ovunque si trovasse.
Abbiamo conosciuto tanta gente simpatica: oltre alla Laura c'erano Cecilia, Chiara, Donatella...che strano ricordo solo i nomi delle ragazze!

Abbiamo ballato...


abbiamo bevuto, e con risultati anche prevedibili...


abbiamo sniff...haem no questo no!


...sono forse sono nati nuovi amori?

siamo "moderni" noi...

abbiamo pure la famiglia allargata...


Laura!

Non so perchè...ma spero di reincontrarti presto!

11 febbraio 2006

10 febbraio Giorno del Ricordo

"...La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.art."

Dopo l’8 settembre, i drusi furono padroni dell’Istria per un lungo periodo, durante il quale scomparvero alcune migliaia di persone. I luoghi della sparizione saranno rivelati alcuni decenni più tardi, dopo il crollo del Muro.
Saranno indicati pubblicamente, sui giornali. Ma da sempre gli abitanti dei dintorni li conoscevano, anche se non ne avevano mai parlato con nessuno. I contadini li avevano individuati subito, uno per uno, a causa dei lamenti che provenivano dalle fenditure rocciose. Raccontarono che a lungo avevano sentito provenire dalle viscere della terra richiami e invocazioni d’aiuto; i gemiti della troppo lunga agonia di coloro che erano rimansti vivi e anelavano ancora alla vita pur nel terrore della fine certa, terrore che si concludeva con il rantolo della morte.

...Erano schierati sul bordo sinistro del buso de la volpe, un nero abisso dove non potevano penetrare né il sole né l’occhio umano.
Bene, fra pochissimo sarà tutto finito, pensò zio Aurelio sentendo un rigurgito salirgli su dalle viscere. Guardò dentro la foiba senza veder niente. Gli infoibatori si tirarono indietro e quando lui udì il loro urlaccio di guerra, cogliendoli di sorpresa si buttò subito dentro, come se quella foiba rappresentasse per lui la salvezza. Tutti volarono giù, qualcuno falciato “per gioco” dal mitra, anche l’ufficiale italiano che non si decideva e stava piegato in avanti, come per contrastare un vento inesistente-qualsiasi essere cerca di resistere- con i piedi che avevano trovato un appiglio ai rovi e ai testardi germogli di quercia che spuntano dalle fessure e sui costoni della roccia alonati da vapori.
Dopo un volo infinito di quindici o venti metri accompagnato dalle urla di dolore per gli schianti contro le rocce, lo zio piombò nell’acqua cinerea dopo aver sbattuto la faccia contro uno sperone. Quando tornò in sé, lassù albeggiava, lui perdeva sangue dalla bocca e la mandibola gli ciondolava come un morso. Teso e muto, riuscì a liberare le mani e a remigare verso l’alto, aggrappandosi a quella che credeva una zolla, dell’erba, ma presto capì che era la testa di un uomo che rantolava aiuto, allora l’afferrò, la tirò a sé, il terremoto nel cuore e una furibonda volontà di non mollare, e cominciò a risalire verso quel dito di luce lassù. Quando raggiunse l’orlo del precipizio, un lontano frinire di grilli cessò di colpo."

Tratto da BORA di Anna Maria Mori e Nelida Milani.
Pola, Istria: nel racconto di due donne gli italiani che rimasero, gli italiani che partirono.

05 febbraio 2006

Ma chi me lo ha fatto fare

...di aprire un blog?!?
Vabbè ho sempre voluto tenere un diario, ma ogni volta che iniziavo dopo un po' lasciavo perdere.
Quello che scrivevo lo ammucchiavo in qualche cassetto: tutto materiale che, passato qualche tempo, rileggevo e regolarmente cestinavo, ma non senza averlo preventivamente ridotto a pezzettini troppo piccoli per poter essere decifrati!
E adesso ci riprovo, e stavolta con qualcosa potenzialmente leggibile da chiunque...In effetti dopo aver ascoltato tante lagnanze sul fatto che la gente non manda più lettere, disimparando...a comunicare, adesso con gli SMS, la posta elettronica, i forum, i blog e via discorrendo, con la tecnologia le occasioni per scrivere, anche se non più con la stilografica, si sono moltiplicate e facilitate.
Su internet c'è un sacco di gente che sa farlo proprio bene!
Ed io non sono certo tra quelli... :(